È stato pubblicato sul quotidiano www.repubblica.it il seguente articolo:
Adapta, soluzioni top per capi speciali
Questa realtà ha progettato un moderno impianto per il trattamento e l1 controllo dei tessuti con bande catarifrangenti
Vi è capitato certamente di notare lungo le strade operatori sanitari intenti a soccorrere vittime di incidenti. Avete certamente notato la tipologia di abbigliamento che questi operatori indossano. I loro colori sgargianti e le bande catarifrangenti non sono un vezzo né un mezzo per identificare la categoria, bensì uno strumento fondamentale per proteggere la loro incolumità durante lo svolgimento lavoro. Ma allora come sono realizzati questi capi? Per la definizione del tessuto e la realizzazione del capo, occorre attenersi scrupolosamente alla normativa internazionale UN EN 471, entrata in vigore in Italia già nel 2004 e perfezionata più di recente nel 2013 con l’emanazione della UNI EN ISO 20471. Gli abiti vengono realizzati generalmente in colore rosso o arancio ma in alcuni casi anche in giallo sui quali devono essere applicate delle bande riflettenti le cui dimensioni caratteristiche generali e lo specifico posizionamento sul capo stesso è disciplinato dalla succitata norma. Il colore sgargiante serve per rendere colui che lo indossa ben visibile nelle ore diurne mentre le bande servono per rifletter la luce nelle ore notturne. Adapta, che è specializzata nel noleggio e lavaggio di abiti da lavoro per personale sanitario e non, ha intuito che questa tipologia di abiti non poteva essere accomunata a tutti gli altri e che richiedeva un trattamento speciale per preservarne le caratteristiche fotocromatiche e riflettenti anche dopo il lavaggio.
Il Gruppo ha costituito un staff di tecnici con competenze informatiche, meccaniche chimiche e fisiche per realizzare un sistema altamente automatizzato per il trattamento ed il controllo di ogni singolo capo durante il processo. Il prototipo di questo impianto fu realizzato nel 2004 già con una dimensione industriale ed automatizzata ma è solo in questi mesi che la Adapta ha voluto sfruttare al massimo ciò che l’ingegneria meccanica e informatica possono offrire. Si sta realizzando un impianto robotizzato in grado di accompagnare il capo lungo la linea di produzione: nelle fasi di lavaggio, asciugatura e misurazione delle caratteristiche specifiche previste dalla norma, piegatura e confezionamento con emissione del certificato di conformità alla 20471.
Dove è l’innovazione? La norma di riferimento indica per il controllo due specifici strumenti spettofotometro e retrorifletometro. Immaginate questi strumenti di misurazione come due obiettivi di una macchina fotografica, di dimensione limitata e in grado di inquadrare una superficie di pochi centimetri. Per poter controllare quindi l’intero capo e tutte le bande rifrangenti occorrono centinaia di misurazioni. A questo punto ci siamo posti il problema dell’affidabilità di questa modalità di misurazione il cui esito è fortemente dipendente dalla precisione dell’operatore incaricato. Inoltre un sistema cosi macchinoso, effettuato con la scrupolosità e la precisione richiesta dalla norma, non può che comportare costi di produzione elevati che sarebbero andati inevitabilmente a gravare sul Cliente e quindi nello specifico sul sistema sanitario nazionale. Il modernissimo impianto progettato da Adapta con tecnologia coperta da brevetto è in grado di esaminare il capo dotato di microchip nella sua interezza dimensionale in pochi secondo attraverso un sistema di speciali telecamere ed un sistema informatico in grado recepire i dati rilevati, analizzarli e rapportarli con quelli di norma. Tutto questo senza alcun intervento dell’operatore nelle fasi di processo.
Il sistema traccia ogni singolo capo e rilascia per ciascuno di esso un certificato di conformità che rende il capo idoneo ad essere indossato dall’operatore. Perché tutto ciò è importante? Non abbiamo ancora detto che questi abiti si configurano come dei dispositivi di protezione individuale (dpi). Il datore di lavoro come ad esempio il direttore generale del 118 o il rappresentante legale dell’Anas o dell’Ama o delle poste italiane ecc è obbligato come previsto dal dlgs 81/08 a preservare l’incolumità dei propri lavoratori; deve quindi non solo fornire ta li dispositivi ma soprattutto vigilare affinché dopo ogni uso e lavaggio i capi risultino nuovamente certificati come dispositivi di protezione.
Se durante un intervento su strada: soccorso, lavori di manutenzione ecc., l’operatore indossa un capo che pur avendo avuto dei danneggiamenti tipo abrasioni delle bande, perdita di colore rendendolo meno sgargiante, macchie che coprono lo stesso colore e che non è stato sostituito perché non perfettamente controllato rispetto ai parametri normativi, lo stesso operatore può non essere perfettamente individuato dalle auto in transito e può essere investito.
Questa evenienza diventa ancor più possibile in condizione di scarsa visibilità (pioggia, nebbia) e nelle ore notturne. Questa nuova tecnologia brevettata che noi chiamiamo “micorobot” con pixel e chip è da considerare l’unico paladino che in maniera assoluta ed a costi sostenibili protegge chi lavora in ambienti a rischio.
Gruppo Innova: mix di competenza e versatilità
Le divisioni operano su tutto il territorio nazionale e in diversi settori, compresa la sanità pubblica e privata
Dalla ristorazione aziendale al noleggio teleria, dallo stoccaggio di merci varie all’archiviazione ottica di documenti sanitari e non: sono questi alcuni dei settori all’interno dei quali opera il Gruppo Innova, una realtà dalle tre anime che operano in comparti diversi ma sviluppano sinergie fondamentali al raggiungimento della mission aziendale, coinvolgendo i settori privati e pubblici volti al la difesa, agli enti ministeriali, alla pubblica amministrazione e alla sanità pubblica e privata. li Gruppo Innova offre un’ampia gamma di soluzioni integrate e servizi ausiliari e ha sede unica in via Pontina Vecchia al chilometro 31.700.
LA STORIA
Il Gruppo è nato dalla fusione di tre distinte aziende sorte agli inizi degli anni Ottanta nel Lazio: Innova, Adapta e De max. Ben presto la qualità e la professionalità maturate hanno permesso di conquistare l’intero territorio nazionale. La filosofia gestionale promossa dal presidente, il dott. Ferdinando Morabito, mira allo sviluppo delle proprie imprese attraverso l’investimento degli utili in tecnologie all’avanguardia per offrire ai propri clienti servizi dall’alta efficienza qualitativa. Il filo conduttore che ha guidato questa realtà dai target estremamente elevati è l’ottima gestione delle risorse, delle proprie attività, dei costi e l’incessante attenzione alla ricerca e allo sviluppo.
OPERAZIONI DI SUCCESSO
Il Gruppo affonda le sue radici nei servizi dedicati al lavaggio della biancheria ospedaliera, in un settore, quello della sanità, che ha dovuto combattere contro l’ombra oscura della crisi che ha coinvolto la maggior parte delle aziende italiane operanti in esso. Ma la tenacia dei membri del Gruppo Innova, a partire dal presidente Morabito, ha trasformato la situazione in una nuova opportunità. Così nel2012 – l’anno più nero per la sanità – Innova ha dato il via a un’operazione riorganizzativa davvero efficace: ha deciso di investire i suoi capitali in nuove tecnologie e ha specializzato l’intero staff puntando su risorse giovani da formare e qualificare ulteriormente. Ad oggi, l’asset aziendale si presenta più snello, più efficiente e con un team di giovani ingegneri di alto livello.